Guida alla storia e ai luoghi della Riforma : Bregaglia, Chiavenna e la valle della Mera, Morbegno e la bassa valle, Sondrio e la Val Malenco, Teglio e Tirano, Poschiavo, Bivio Stalla, il Moesano / a cura di: Jan-Andrea Bernhard, Augusta Corbellini, Daniele Papacella, Guglielmo Scaramellini. - Sondrio : Società storica valtellinese ; Chiavenna : Centro di studi storici valchiavennaschi ; Poschiavo : Archivio storico di Bregaglia : Società storica Val Poschiavo, 2020 (Sondrio : Bettini, 2020). - 167 p. : ill. ; 23 cm. - ISBN 978-88-88058-26-9. - 20,00 €.
Il termine “guida”, scelto per quest'opera, indica già nel titolo come i promotori abbiano voluto offrire ai lettori non un ponderoso volume di storia, ma un agile strumento per conoscere meglio “una pagina di un passato comune”, cioè un secolo di storia (1520-1620) caratterizzato dalla diffusione della Riforma al di là e al di qua delle Alpi e i principali luoghi che sono stati coinvolti. Questo bel volume di 167 pagine costituisce dunque un ulteriore frutto della collaborazione transfrontaliera, che le Società storiche della provincia di Sondrio e dei Grigioni stanno attuando già da vari anni. Nella sintetica e chiara prefazione, viene indicata la finalità primaria dell'opera, che è quella di raccontare e di riassumere “in modo nuovo la ricca ricerca scientifica degli ultimi anni, trasformandola in uno strumento accessibile al vasto pubblico”. Subito dopo viene delineata anche la struttura generale dell'opera. Essa comprende dapprima “un saggio introduttivo di Jan-Andrea Bernhard, che ripercorre fatti, temi e sviluppi del movimento riformatore. Seguono otto schede che entrano nella storia delle singole unità territoriali del tempo [...] Ogni scheda è corredata da una cartina geografica, da illustrazioni e da una bibliografia essenziale. Conclude il racconto [...] un testo dedicato agli eventi del 1620, curato da Alessandro Pastore”. Gli autori delle schede sono storici di entrambi i versanti. Così Prisca Roth si occupa della Bregaglia, Guglielmo Scaramellini di Chiavenna e della valle del Mera, Saverio Xeres di Morbegno e della bassa Valtellina, Saveria Masa di Sondrio e della Valmalenco, Gianluigi Garbellini di Teglio e Tirano, Daniele Papacella di Poschiavo, Peter Wydler di Bivio Stalla e Arno Lanfranchi del Moesano.
Il primo dato che emerge dall'insieme di questi lavori è la preoccupazione, che si avverte in ogni autore, di presentare con la massima obiettività i personaggi, ricostruire anche minuziosamente gli eventi, fornire dati e informazioni con puntuali riferimenti ai documenti storici, per consentire poi di cogliere le numerose sfaccettature di questo periodo, che certamente rimane il più complesso della nostra storia. Certo appare lontano il metodo usato nella storiografia del passato, quando si scriveva quasi esclusivamente con lo scopo di sostenere le proprie ragioni e denunciare i torti degli avversari. Tutti gli autori concordano in sostanza nell'evidenziare alcuni grandi aspetti che hanno caratterizzato questo periodo: la libertà religiosa presente nella Repubblica delle Tre Leghe nei primi tempi della Riforma, tanto da richiamare molti esuli dall'Italia; il graduale acuirsi dei contrasti tra signori e sudditi, tra cattolici e riformati, dovuto in larga parte al problema della condivisione o dell'assegnazione delle chiese; l'inestricabile mescolanza di aspetti religiosi, economici e politici che si era gradualmente creata; le trame delle grandi potenze che in quel periodo dominavano la vita politica europea. All'interno dei vari saggi troviamo però anche altre caratteristiche, forse meno appariscenti, ma significative per capire quel momento storico. Prisca Roth, ad esempio, non manca di osservare che “la scelta in favore dell'una o dell'altra confessione era dettata in molti casi più da motivi pragmatici che non teologici [...] per la mia pelle e per la mia pancia)” (p. 58) oppure “per uno sgravio dal peso dei contributi dovuti alla chiesa, spesso molto onerosi”, come scrive Peter Wydler (p. 134). Guglielmo Scaramellini osserva come Chiavenna, divenuta “il vero crocevia dell'emigrazione italiana religionis causa”, nei primi tempi di diffusione della Riforma presenti in realtà una grande babele di opinioni religiose, che abbracciavano varie “dottrine”, senza contare poi che, come affermano fonti dell'epoca, “un po' ovunque, in Chiavenna, si discuteva di teologia, sulle strade, nelle botteghe [...] e perfino nelle taverne” (p. 63). Gianluigi Garbellini sottolinea invece come ci sia stata da parte del governo grigione anche una “sottovalutazione” del “montante disagio dei sudditi, profondamente legati alla identità cattolica della valle” (p. 107): una “sottovalutazione” che certamente non è stata secondaria nel determinare poi quella terribile esplosione di violenza avvenuta nel 1620. In conclusione, sorge spontanea la domanda: sono dunque riusciti, gli autori, a realizzare gli scopi prefissati, cioè a raccontare ed a riassumere la ricerca scientifica degli ultimi anni, rendendola accessibile al vasto pubblico? La risposta è senza dubbio positiva. Anzitutto il volume presenta anche un'abbondante serie di fotografie (di luoghi, edifici e docu-menti), tutte con chiare e ampie didascalie che ne arricchiscono il contenuto. Le varie narrazioni, inoltre, pur essendo abbondanti di dati e di riferimenti, come si richiede ad un testo di storia, risultano spesso vivacizzate da accorgimenti narrativi che rendono certamente la lettura più agevole. (Cirillo Ruffoni)
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